Lisbona è la città della luce, una città che convive tra antico e moderno, tra cultura e tradizioni, in bilico tra i suoi sette colli che raccontano di un passato glorioso ma allo stesso tempo drammatico. Antica capitale dell’impero più potente del mondo, venne completamente sconvolta dal terremoto del 1776 che decretò la fine del suo splendore. A oggi, secoli dopo, Lisbona è rinata ed è una moderna capitale europea, il cui centro nevralgico è il quartiere della Baixa, fatto costruire sul modello di strade che si incrociano perpendicolarmente dal marchese di Pombal, il quale si occupò della ricostruzione della città dopo il terremoto. La via principale, Rua Augusta, termina nella splendida Praca do Comercio (piazza del commercio), che si affaccia direttamente sull’estuario del fiume Tago: era qui che 500 anni fa arrivavano le navi mercantili di ritorno dalle Indie Orientali cariche di spezie e generi alimentari introvabili in Europa, e ancora oggi chiudendo gli occhi si possono rivedere gli enormi vascelli e lo stupore della gente dell’epoca nel vedere prodotti nuovi. Il lato di Praca do Comercio che non dà sul mare è sovrastato dall’arco di Augusto, in stile romanico; è possibile salire pagando un prezzo infimo, e da lassù la vista sulla piazza e sul fiume Tago è decisamente eccezionale.
Ma il cuore pulsante di Lisbona è rappresentato i due quartieri del Barrio Alto e dell’Alfama, entrambi dominano dall’alto la città, circondando la Baixa da sinistra e da destra, entrambi puntellati di belvedere (miradouros, nella lingua locale) dai quali si possono ammirare splendidi panorami della città. In vetta all’Alfama spicca il castello di Sao Jorge, antica fortezza e ad oggi uno dei monumenti più interessanti di Lisbona. Fermatevi al tramonto ad ammirare il sole che tramonta dietro l’oceano e dietro il ponte sul Tago, sarà un’immagine della città che non vi toglierete più dalla testa.
Dall’altra parte del ponte sorge la cittadina di Almada, che potete anche tralasciare, ma non potrete non notare la statua del Cristo Redentore, praticamente identica alla sua omonima brasiliana a Rio de Janeiro. Sempre tenendo il ponte come riferimento ma restando sulla sponda lisbonese, dopo averlo oltrepassato vi troverete di fronte tre simboli della città: il Mosteiro dos Jeronimos, il Monumento alle Scoperte e soprattutto la Torre di Belem, che anticamente si trovava in acqua ma l’onda d’urto del terremoto del 1776 fece spostare sulla terraferma.
Lisbona è una città magica, vi entrerà nel cuore grazie anche ai suoi simboli come gli iconici tram gialli che sembrano usciti da un film dei primi del ‘900 e il fado, la musica popolare della città, che riecheggia nelle stradine strette dei suoi quartieri, sempre vivaci e ricchi di umanità. Sia nel Barrio Alto che nell’Alfama il tempo sembra essersi fermato: dopo essersi allontanati un minimo dai circuiti turistici si entra in un labirinto di stradine e viuzze, spesso larghe meno di un metro, dove si ammira la Lisbona di tutti i giorni in cui i bambini giocano a calcio per strada, le donne stendono i panni ad asciugare al sole, gli uomini tornano stanchi e affamati dal lavoro. E’ una cornice autentica di una città da cartolina, ma che respira ancora umanità.
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